La ricerca si propone di colmare la carenza di informazioni sulla biologia riproduttiva
del Tuffetto nel bacino del Mediterraneo. Le densità riscontrate in un tratto di fiume lungo 880 m.
sono di l coppia /754 m2 nel 1984 e di l coppia /720 m2 nel 1985. Le prime covate vengono
deposte nella prima decade di marzo, le ultime nella prima decade di settembre. La popolazione
studiata depone da una ad un massimo di cinque covate per coppia. La dimensione media della covata
è risultata di 4,43 uova. Nessuna delle coppie seguite ha allevato più di due nidiate. La dimensione
della covata è risultata minore che in altre località europee poste a latitudini superiori. Il numero di
uova per covata tende ad aumentare nel corso delle successive deposizioni, al contrario il volume delle
uova diminuisce. Su 72 covate controllate nel corso dei due anni di studio, il 62,5% ha dato pulii. Il
numero di pulii per coppia aumenta con il procedere delle deposizioni. Il numero medio di pulii per
coppia è risultato 2,95.
Vengono riportati i risultati di un censimento di Laridi, effettuato dal 20 al 25 gennaio
1985 in un’area della Toscana occidentale, utilizzando due metodi: conteggi degli uccelli provenienti
dai dormitori costieri; conteggi ai siti di alimentazione costieri e dell’interno. Il numero complessivo
di Laridi svernanti, stimati considerando i risultati conseguiti con i due metodi, era di 19687 individui:
Gabbiano coralli no 497 (prevalentemente adulti), Gabbiano comune 10590, Gavina 141, Zafferano
2, Gabbiano reale 8455, Beccapesci 2. Con i conteggi ai dormitori è stato censito 1’86,9% del
numero totale stimato di Laridi e con i conteggi nei siti di alimentazione il 52,2%. Il primo metodo è
stato più efficace per il Gabbiano comune e la Gavina; il secondo, per il Gabbiano corallino. Solo per
il Gabbiano reale sono stati ottenuti risultati simili con entrambi i metodi. La distribuzione dei Laridi
nell’area è discussa considerando diversi fattori: geografico, ambientale e temporale. Quest’ultimo ha
evidenziato come la scelta dell’orario dei conteggi influisca sull’efficacia del metodo applicato.
Il confronto di diete sintopiche di Tyto alba ed Athene noctua conferma il contributo
che differenti livelli di detenni nazione tassonomica delle prede possono fornire alla comprensione
della diversificazione trofica dei rapaci: il livello di classe, circa la nicchia trofica potenziale; quello di
specie circa la nicchia trofica reale. In tale quadro, viene altresì discusso il ruolo dell’antropizzazione
ambientale, che sembra differenziare tra di loro le diete dei due rapaci, forse attraverso l’abbassamento
della “competizione diffusa
Sono state analizzate le distribuzioni delle dodici specie di Turdidae nidificanti in un
settore di circa 60 km2 dell’alta Valle Camonica (Alpi Centrali), in relazione alle tipologie ambientali
ed al gradiente altitudinale. La segregazione delle specie ha luogo tramite selezione d’habitat specifica,
mentre non sono rilevabili fenomeni attribuibili alla competizione diretta. L’effetto esercitato sulle
distribuzioni dagli ecotoni vegetazionali legati al gradiente altitudinale è più evidente per le specie che
frequentano ambienti a bassa vegetazione che per le specie degli ambienti forestali, probabilmente a
causa della maggiore complessità strutturale di questi ultimi. All’interno del gruppo comprendente le
specie del genere Turdus più il Pettirosso (specie legate alla vegetazione boschiva) la densità massima
è negativamente correlata all’ampiezza d’habitat; ciò porta a supporre che il diverso grado di
specializzazione nella selezione dell’habitat svolga un ruolo importante nella strutturazione della guild
dei Turdidae in ambiente forestale alpino